“La pizza napoletana oggi non è difendibile”
Ha detto Pace, “ci vuole l’aggettivo ‘verace’ che caratterizzi effettivamente la qualità di ciò che mangiamo. Con la nostra associazione abbiamo istituito un decalogo importantissimo che serve per ottenere una sorta di sigillo di qualità, perché al mondo esistono due sole grandi scuole di pizza: quella vera napoletana e l’imitazione. È importante, in questo momento, far conoscere il nostro impegno”.
Tra i metodi per portare avanti la tradizione della vera pizza napoletana, Pace non ha alcun dubbio su quale sia il migliore: “La degustazione. Con l’assaggio di diverse tipologie di pizza, il consumatore finale può capire perfettamente la differenza tra la verace napoletana e l’imitazione. Poi la degustazione di diverse qualità ci fa vincere nel confronto finale”.
L’AVPN
Il PICOR è adatto a tale scopo.
Tra consumatore e pizzeria c’è una specie di patto di quartiere quando si tratta di consegnare la pizza. Il pizzaiolo promette di realizzarla al meglio, la pizzeria di consegnarla in tempo breve, ancora calda, ma il contenitore deve essere testato e offrire la miglior tenuta e resa possibile. Con il PICOR tutto ciò è fattibile. Non ci sarà più bisogno di piegare la pizza in due per mantenerla calda, come succedeva ormai decenni fa”.
Antonio Pace, Presidente dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, si congeda rilasciandoci un’ultima importante dichiarazione: “Come capire la forza e la bontà di una pizzeria? La “margherita” è il quadro d’autore, da lì parte tutto. Meglio della “margherita” non c’è nulla. Se è ottima, sarà ottimo tutto. Se è pessima, sarà pessimo tutto”.